(26/02/2022) La psicanalisi, questa scienza considerata spesso come una psudoreligione, afferma che ogni individuo umano viene al mondo credendo ingenuamente di essere solo, di poter fare tutto ciò che vuole e di poter ottenere tutto ciò che gli piace; di essere infinito nello spazio, nel tempo e nella potenza; di essere Dio: è ciò che Siegmund Freud ha chiamato «principio di piacere». Ma prima o poi ogni individuo umano si accorge di non essere solo al mondo, che ci sono altri individui come lui, e così scopre di non essere infinito, ma finito:
1) finito nello spazio, in quanto gli Altri condividono, cioè dividono-con-me il mondo, e quindi mi impediscono di essere il padrone unico del mondo;
2) finito nel tempo, in quanto sono nato e morirò, perciò il passato e il futuro non mi appartengono, appartengono ad Altri prima e dopo di me, a me appartiene solo il presente;
3) e finito nella potenza, in quanto non posso fare tutto ciò che voglio e ottenere tutto ciò che mi piace, ma posso fare solo ciò che gli Altri mi concedono e mi autorizzano a fare, posso ottenere solo ciò che gli Altri mi concedono di ottenere.
In altre parole, ogni individuo umano scopre, prima o poi, che gli Altri sono un ostacolo per lui: homo homini lupus, ogni uomo è un lupo feroce pronto a sbranarmi.
Ma subito dopo, ogni individuo umano scopre di avere bisogno degli Altri: prima di tutto, nasce perché è generato da altri esseri umani; poi, da bambino, ha bisogno che i suoi genitori lo nutrano, lo curino quando si ammala, gli insegnino a vestirsi, ad allacciarsi le scarpe, a lavarsi, a leggere scrivere e contare, ad attraversare la strada, a far compere; infine, da adulto, ha bisogno di chi gli procuri cibo, vestiti, una casa, un'automobile, un computer, di chi gli dia un reddito in cambio del suo lavoro, di poliziotti che lo difendano dai malintenzionati, di soldati che lo difendano dagli invasori, di insegnanti, di medici, di governanti.
In altre parole, gli Altri non sono soltanto un ostacolo per me, sono anche un aiuto: non solo homo homini lupus, ma anche homo homini deus, come insegnava già il Talmud commentando la creazione della donna narrata nella Genesi: «Il Signore disse: "Non è bene che l'uomo sia zoppo: voglio fargli un aiuto che gli stia di fronte". Domanda: perché dice "di fronte"? Perché, se l'uomo lo merita, la donna sarà per lui un aiuto; ma se non lo merita, la donna starà di fronte a lui come un nemico».
Ogni individuo umano coesiste, cioè esiste con gli Altri, esiste dagli agli Altri, ed esiste grazie agli Altri; questo è ciò che Freud ha chiamato «principio di realtà». La maggioranza degli individui accetta, più o meno serenamente (più o meno, mai del tutto) questo fatto, e impara a coesistere con i suoi simili; alcuni, invece, si sentono così feriti da questo "trauma originario" che scelgono di rinchiudersi in se stessi, di non dividere il mondo con gli Altri, e diventano autistici. Ma anche fra quelli che accettano di esistere con gli Altri, la ferita originaria rimane sempre sottotraccia, è cicatrizzata ma non scompare, è sempre pronta a riaprirsi ogni volta in cui il nostro rapporto concreto con uno o con più dei nostri simili si trasforma in uno scontro tra opposte volontà, tra opposti desideri. In quel momento ognuno di noi è chiamato a compiere una scelta tra il «principio di piacere» e il «principio di realtà», tra il desiderio di soddisfare il proprio piacere a costo di sopprimere gli Altri, e la necessità di moderare i propri desideri al fine di renderli compatibili con i desideri altrui in una rete universale di coesistenza.
Quanto abbiamo detto finora per gli individui vale anche per i popoli. Anche i popoli, infatti, nascono con la credenza ingenua di essere, ciascuno di essi, il solo rappresentante del genere umano, come si vede dal fatto che molti popoli - gli Etruschi o Rasenna, i Bantu africani, gli Inuit della Groenlandia - chiamavano e chiamano se stessi, nelle loro lingue, semplicemente "uomini"; ma ogni popolo, prima o poi, scopre che esistono altri popoli i quali limitano il suo dominio sul mondo, che ogni popolo è nato da altri popoli ad esso precedenti, che ogni popolo ha bisogno di importare dagli altri popoli i beni materiali e le conoscenze che non possiede in proprio. In altre parole, come ogni individuo umano può essere un ostacolo o un aiuto per gli altri individui umani, così ogni popolo può essere un ostacolo o un aiuto per gli altri popoli.
Di fronte a questo dilemma, tra homo homini deus e homo homini lupus, i filosofi pessimisti come Hobbes concludono che gli esseri umani siano destinati per sempre a combattere gli uni contro gli altri, a meno che alcuni di essi non si uniscano in un popolo e non accettino di essere schiavi di un sovrano assoluto in cambio di una pace sempre parziale nello spazio e nel tempo, perché l'unione di alcuni individui in un popolo si accompagna sempre alla divisione e alla guerra tra i vari popoli, e perché l'unione di quegli individui in un popolo è sempre esposta al rischio che questi tornino a dividersi e a lottare l'un contro l'altro in una "guerra civile".
Noi mondialisti, invece, siamo fermamente convinti, perché la vita degli individui e dei popoli lo dimostra, che alla fine la vittoria appartiene alla coesistenza pacifica e non alla guerra di tutti contro tutti, all'homo homini deus e non all'homo homini lupus: ce lo dimostra non solo il fatto che anche in un sodalizio criminale, anche nella "banda di briganti" di cui parlano sempre i filosofi, anche in un regno di diavoli è necessario che ci sia un minimo di collaborazione fra i membri, di moderazione e con-temperamento dei desideri individuali, in una parola di giustizia, ma anche la tragica minaccia della pandemia attuale, che potrà essere sventata solo quando tutti gli individui umani, in tutto il mondo, di tutti i popoli, saranno vaccinati contro il Covid, e non una sola volta, ma periodicamente e ad ogni nuova generazione. La vita degli individui e la storia dei popoli dimostrano che il genere umano è una rete, è come la ragnatela di un ragno, un tessuto nel quale ogni filo è legato a tutti gli altri fili; se si spezza anche un solo filo, cade tutta la ragnatela. Come ha detto il Papa Francesco/Jorge Mario Bergoglio, «Nessuno si salva da solo: o ci salviamo tutti insieme, o non si salva nessuno»; ma questo non vale solo per la pandemia, vale per ogni aspetto della vita e della storia. Nessun individuo umano e nessun popolo esiste da solo: o coesistiamo, cioè esistiamo tutti insieme, o non esiste nessuno.
Nella saga di Star Trek i "buoni", cioè i membri della Federazione dei Pianeti Uniti, devono fronteggiare tre diversi popoli malvagi: i Klingon, territorialisti, tradizionalisti, passionali e violenti, che richiamano i Russi; i Romulani, discendenti degeneri dei Vulcaniani, raffinati, burocratici, isolazionisti e militaristi, che richiamano i Cinesi; e infine i Borg, ibridi uomo-macchina interconnessi che esistono soltanto per assimilare con la forza ogni essere intelligente dell'Universo alla loro Collettività-Alveare, che certamente richiamano gli Islamici. In tutta la saga di Star Trek i membri della Federazione, che sono certamente ispirati ai cittadini dell'Occidente greco-romano-ebraico-cristiano guidato dagli Stati Uniti d'America, sono costantemente esposti a una duplice minaccia, sia di essere sconfitti e soggiogati come popoli, sia di aderire "spiritualmente" all'ideologia dei loro avversari, di diventare anch'essi dei Klingon, dei Romulani o dei Borg; così pure, nel mondo reale, gli abitanti dell'Occidente liberale e democratico sono costantemente esposti a una duplice minaccia, sia di essere sconfitti e soggiogati dalla Russia, dalla Cina, dall'Islam o da una empia alleanza fra di essi, sia di aderire "spiritualmente" all'ideologia dei loro nemici, di diventare anch'essi dei Russi, dei Cinesi o degli Islamici.
Ma alla fine la vittoria spetta al Bene, sia nel mondo fantastico che in quello reale. Nella saga di Star Trek, i Klingon, per salvarsi da una catastrofe cosmica che mette in pericolo il loro pianeta-madre, siglano la pace con la Federazione; i Romulani vengono sterminati quasi completamente dall'esplosione di una supernova, e i superstiti si riconciliano con i Vulcaniani; e i Borg, il Nemico Assoluto, vengono infettati dai "buoni" con un virus neurolitico che li uccide tutti, dal primo all'ultimo. Così avverrà nel mondo reale: Russi e Cinesi, già adesso minacciati dal declino demografico, dall'inquinamento e dalla pandemia, presto o tardi deporranno le armi e si uniranno all'Impero mondiale futuro, mentre gli Islamici, il Nemico Assoluto del genere umano, sono già stati infettati dal virus del secolarismo, cioè della distinzione cristiana fra le "cose di Dio" e le "cose di Cesare", e questo virus, mortale per la loro ideologia monistica, alla fine li DISTRUGGERA'.
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