Raid dei caccia francesi attorno a BengasiNei raid vittime e feriti, Abbattuto jet degli insortiCorriere 19/3/2011
E' guerra: bombardamenti
occidentali sulla Libia. Alle
17,45 è stata colpito il primo
obiettivo militare dai caccia
francesi. Muammar Gheddafi non
molla ma i jet francesi hanno
iniziato a martellare i suoi
mezzi.
RAID AEREI IN CORSO:
COLPITI QUATTRO TANK -
«Sono in corso raid
dell'aviazione francese su
obiettivi militari» appartenenti
alle truppe del colonnello
Muammar Gheddafi, ha riferito
l'emittente Al-Arabiya, prima
emittente a diffondere la
notizia nel mondo. Nel corso di
questa prima missione sono stati
distrutti almeno quattro carri
armati appartenenti alle truppe
del Colonnello e, secondo
Al-Jazeera, il raid è avvenuto a
sud-ovest di Bengasi. Poco più
tardi è arrivata la conferma del
ministero della Difesa francese.
«RIMPIANGERETE L'INGERENZA» - In precedenza, in una lettera indirizzata a Nicolas Sarkozy e a David Cameron, il Raìs aveva minacciato il presidente francese e il premier
britannico, spiegando che le potenze occidentali non hanno diritto di intervenire in Libia e che «si pentiranno» della loro ingerenza. Secondo quanto detto dal portavoce del governo libico, Mussa Ibrahim, la lettera, oltre che ai leader francese e britannico, è indirizzata anche al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. Nella missiva Gheddafi scrive che ogni azione militare contro la Libia sarebbe una «un'ingiustizia, una chiara aggressione. Ve ne pentirete se interverrete nei nostri affari interni». «La Libia non è vostra... - prosegue la missiva, citata da Al Jazeera -. Voi non avete il diritto di intervenire nei nostri affari interni. Questo è il nostro paese, non è il vostro paese. Noi non potremmo sparare un solo proiettile contro il nostro popolo». In un'altra lettera inviata a Barack Obama, il leader libico scrive: «Tutto il popolo libico è dalla mia parte, tutti sono pronti a morire per me, io qui sto combattendo contro Al Qaeda, cosa pensa di fare?».
BATTAGLIA A BENGASI - Le forze del Raìs in mattinata erano entrate alla periferia ovest di Bengasi, città roccaforte dei ribelli, dove si è combattuto intensamente. Le truppe del leader libico sono inoltre avanzate dalla costa e da sud e starebbero bombardando anche i quartieri della zona orientale della città. Il bilancio dei raid delle forze pro-Gheddafi è al momento di 26 morti e e una quarantina di feriti, i civili in fuga sono migliaia. Un aereo militare dei ribelli è stato colpito e abbattuto. Il velivolo, che era passato sulla città diverse volte, è stato visto sorvolare un'ultima volta con il reattore destro in fiamme e poi schiantarsi al suolo in una palla di fuoco. ESPLOSIONI NELLA NOTTE - Nella notte si erano udite fortissime esplosioni, almeno quattro, a Bengasi. Diverse colonne di fumo si sono alzate dall'area sudoccidentale della città. Il Colonnello avrebbe quindi ignorato il «cessate il fuoco» che il suo regime si era impegnato a rispettare dopo la risoluzione di giovedì del Consiglio di sicurezza dell'Onu per accelerare l'avanzata prima del summit di sabato pomeriggio a Parigi che dovrebbe mettere a punto i dettagli per un intervento militare internazionale volto a proteggere i civili.
«IL GOVERNO: ATTACCATI DAI RIBELLI» - Il portavoce del governo libico nega che ci stato «alcun attacco» contro Bengasi, denunciando anzi l'assedio dei rivoltosi. «Il cessate il fuoco è in vigore» ha affermato il viceministro degli Esteri libico, Khaled Kaaim, in un'intervista alla radio Bbc 4. |