Sempre fuori posto, sempre
puniti con la morte per questo
Cartoline a Eurabia, di Ugo
Volli
Informazione Corretta
15/3/2011

Cari amici,
un lettore (che non nomino,
perché questa è una pagina
perbene) mi ha scritto un paio
di lettere che al centro avevano
questo "ragionamento" cinico e
aberrante: le "colonie" sono
casa d'altri, dunque un posto
ovviamente pericoloso, tanto più
che i "coloni" "non hanno pagato
l'affitto"; i bambini non si
portano nei posti pericolosi.
Dunque la colpa è di chi li ha
portati "in prima linea", vale a
dire i genitori, che anche loro
peraltro han pagato con la vita
la loro scarsa propensione a
pagare l'affitto ai "padroni di
casa". Sarebbe meglio
sciacquarsi la bocca dopo aver
citato parole come queste, ma
bisogna invece discuterle perché
sono in parecchi, fra i nemici
di Israele, a dire più o meno
sottovoce cose del genere, e
l'atteggiamento della stampa in
parte ne deriva.
Cominciamo col dire che tutta
Israele è "prima linea", almeno
lo era prima della costruzione
del "muro della vergogna" che
impedisce ai padroni di casa di
sgozzare troppo facilmente i
loro "affittuari": i
supermercati, gli autobus, i
ristoranti, la yeshivah di
Gerusalemme che fu teatro due
anni fa della penultima grande
strage, le strade, le campagne
dove una donna è stata uccisa il
mese scorso. La colpa è sempre
loro: sono gli ebrei che si
espongono. Ma non basta: quel
ragazzo ebreo francese che è
stato rapito da una banda di
musulmani e torturato a morte
perché ebreo... di chi è la
colpa? Ma sua, naturalmente, che
ci faceva nella banlieu
parigina, non sapeva che era
prima linea anche lì? E Stefano
Gaj Taché di due anni,
assassinato da terroristi
palestinesi il 9 ottobre 1982
davanti alla Sinagoga maggiore
di Roma? Non si sapeva che anche
le sinagoghe sono prima linea?
Non avevano avvertito i
sindacati comunisti qualche
giorno prima, sfilando con una
bara preventiva da quelle parti?
E i morti di Auschwitz, di tutti
i campi di sterminio? Che ci
facevano in luoghi così
insalubri? Perché avevano
accettato un passaggio in treno
dalla SS, per di più senza
pagare il biglietto?
Non vado avanti a fare dei
discorsi così strazianti che,
senza l'ignobile lettera del
lettore che non nomino, non
avrei avuto proprio il dolore di
farmi venire in mente. Dico solo
che da millenni l'esperienza
ebraica conosce da vicino a ogni
generazione dolori e lutti
paragonabili a quelli che hanno
colpito la famiglia Fogel (che,
sapete, stava lì dopo aver
obbedito a un ordine di sgombero
da Gaza cinque anni fa...). C'è
della gente per cui gli ebrei
sono sempre fuori posto, almeno
da vivi (ma anche da morti,
visto che durante l'occupazione
giordana di Gerusalemme, quella
che Obama, D'Alema e Prodi
vorrebbero restaurare con le
brigate Al Aqsa al posto della
Legione Araba, le pietre delle
tombe dei cimiteri ebraici
furono usate per lastricare le
strade). Sempre fuori posto,
sempre puniti con la morte per
questo, sempre incolpati per le
sofferenze che gli altri ci
infliggono.