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I miracoli
del terrorismo che non c'è |
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Cartoline da
Eurabia, di Ugo Volli
29/05/2010
Abdul Baset Ali al-Megrahi, chi era costui? Ve lo ricordate?
Ma sì, lo stragista di Lockerbie, quello che su suggerimento
del suo grande capo, il "colonnello" Gheddafi, ebbe la
bellissima idea di mettere una bombetta su un aereo Londra-
New York, così, per fare festa, e lo fece esplodere con
tutti i suoi passeggeri nel cielo della Scozia... Ve ne ho
parlato già un paio di volte. No, non sono fissato, non ce
l'ho neanche con lui, non più che con tutti gli altri
terroristi. E' che adoro i miracoli, specialmente quelli
connessi con la politica. Bene, la conclusione della storia
è questa: il 20 agosto dell'anno scorso, le autorità
britanniche lo rilasciarono, con un atto di generosità del
tutto sconnesso dal desiderio della British Petroleum (la
famosa BP, quella del Golfo del Messico, eh già) di avere
concessioni di ricerca nel mare libico.
Il poverello aveva un cancro alla prostata in fase
terminale, e non più di tre mesi di vita. Bene, il miracolo
è questo: sono passati sei mesi e una decina di giorni da
quella liberazione umanitaria, e il nostro eroe è ancora in
vita, in buona forma e a quanto pare attivo.
(http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/137639).
Non è un miracolo? Un miracolo della politica o del
petrolio?
E a proposito di miracoli e di terrorismo, avete letto cosa
è accaduto a Lahore, in Pakistan? I poveri musulmani
assaltati in due moschee dai terroristi mentre pregavano e
ammazzati in quantità industriale? Allora ha proprio ragione
Obama secondo il quale il terrorismo non c'entra con
l'Islam, che l'Islam è una vittima di cattivi che sono
semplicemente cattivi e basta... Peccato che non abbiate
letto la clausola in caratteri piccoli, come dice
l'amministratore, o l'ultimo paragrafo degli articoli dei
giornali, quando pure c'era. Perché quelli ammazzati a
Lahore non erano musulmani, o piuttosto si considerano tali,
ma tutti gli altri musulmani sciiti e sunniti li rifiutano
come eretici e c'è una legge dello Stato pakistano che
proibisce loro di definirsi musulmani e di fare riti
islamici. Si chiamano Ahamdi. Per vedere come i giornali
italiani hanno nascosto, o nel migliore dei casi considerato
irrilevante la notizia. Confrontate questa cronaca della
Stampa (http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201005articoli/55444girata.asp)
con questa del Jerusalem Post (http://www.jpost.com/International/Article.aspx?id=176749).
Voi direte, magari, che a noi delle sette islamiche non
interessa. E invece no, perché non si tratta di una
dimostrazione che il terrorismo colpisce anche le moschee,
come l'ha presentata la nostra stampa, ma di un altro
episodio dell'infinita catena di persecuzioni, distruzioni e
omicidi che costituiscono il modo standard con cui l'Islam
tratta tutte le altre religioni, si tratti di cristianesimo,
di ebraismo e anche dei loro stesso dissidenti, come i
Bah'ai o gli Ahmadi. Questo è il terrorismo islamico, caro
Obama, quello che cerca di distruggere tutte le altre
religioni "a prescindere". A prescindere da Gaza,
dall'Afghanistan, dall'"occupazione": tutti pretesti che a
Lahore chiaramente mancano. Ma solo perché ci sono. E perché
sono diversi da loro. |
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