Il
capitalismo finanziario apolide
contro gli Stati sovrani
Aldo
Braccio - Rinascita
19 Maggio 2010
L’esito della Seconda Guerra
Mondiale ha determinato per buona
parte dell’Europa l’imposizione di
una prospettiva atlantica e
occidentale a guida americana; non
più Occidente europeo complementare
a un Oriente asiatico ma un
Occidente di cui gli Stati Uniti
rappresentano il nerbo e altri Paesi
l’appendice. E’ anche e soprattutto
un “continente interiore”, di tipo
ideologico: il mondo della “libertà”
contrapposto a quello
dell’oppressione, il mondo del
benessere contrapposto a quello
dell’indigenza e dell’arretratezza –
il mondo moderno di fronte a quello
“superato”.
La falsa identità tra Europa e questo estremo Occidente è stata spacciata per naturale, e artatamente utilizzata per dividere l’Europa occidentale da quella orientale e soprattutto – terminata la Guerra Fredda – per dividere e contrapporre Paesi europei e asiatici, esattamente come si è fatto del Mediterraneo uno spazio di conflitti (problemi legati all’immigrazione, presenza dell’entità sionista puntata contro il popolo palestinese e contro il mondo arabo) e non di dialogo e di equilibrio.
La geopolitica è una scienza viva e concreta e non può che favorire – nell’interesse di popoli che vorrebbero sottrarsi al predominio militare, economico e culturale di una Superpotenza a essi estranea – la formazione riscoperta di un’unità continentale eurasiatica corrispondente all’effettivo “Cuore della Terra”, che sappia darsi leggi e ordinamenti incompatibili con l’odierno prevalere dell’Usurocrazia e di stili di vita legati all’american way of life.
Ordinamento politico essenziale della tradizione eurasiatica è l’Impero, rispecchiante per altro su scala più vasta la superiorità dello Stato sul disordine individualistico – sul piano sacrale il vero Stato svolge un ruolo pontificale tra l’al-di-qua e l’al-di-là, sul piano sociale rappresenta l’interesse generale e comunitario di fronte a quello egoistico individuale.
L’Impero è unità organica ed essenziale ed è garante del rispetto delle diverse identità in esso presenti; l’antitesi ne è la moderna “globalizzazione” di matrice nordamericana, che annulla e cancella, nell’interesse del capitalismo finanziario apolide, ogni specificità, vista con dispetto e rancore : sia essa etnica, religiosa o semplicemente culturale.
Parimenti caratteristica della tradizione eurasiatica è la concezione trifunzionale della società: autorità, forza, produzione. Alla prima corrisponde la sovranità, esercitata in termini sacrali e politici, alle altre funzioni spettano gli importanti ruoli complementari a esse assegnati. E’ evidente il totale scostamento della realtà odierna da tale normale ripartizione di compiti: con il predominio arrogante e assoluto della funzione economica (peraltro nemmeno produttiva ormai ma solo speculativa e finanziaria), l’autorità di tipo genuinamente politico ha di fatto cessato di esistere, confinata ad ancella del potere economico, secondo consuetudini estranee alle culture eurasiatiche.