Le simpatie della sinistra per Hamas Raffaele Iannuzzi - Ragionpolitica venerdì 09 gennaio 2009
La grave
crisi della sinistra italiana trova nella realtà equivoca e
terribile di Hamas la sua cartina di tornasole. D'Alema legittima
Hamas in quanto «partito politico» in grado di vincere libere
elezioni e, parallelamente, un nutrito gruppo di «intellettuali»,
fra i quali un marxista come La Grassa e un filo-islamico come
Campanini, ripetono la stessa menzogna del presidente di
Italianieuropei La crisi devastante e generale - dal Pd a Rifondazione - della sinistra italiana trova nella realtà equivoca e terribile di Hamas la cartina di tornasole. D'Alema legittima Hamas in quanto «partito politico» in grado di vincere libere e democratiche elezioni e, parallelamente, un nutrito gruppo di «intellettuali», fra i quali un marxista come La Grassa e un filo-islamico come Campanini, ripetono la stessa menzogna del presidente di Italianieuropei: Hamas è un «partito politico radicato - attraverso una capillare azione di sostegno sociale alle esigenze di sopravvivenza del popolo palestinese - in tutti i territori occupati (sic!) da Israele nel 1967». Non solo: Hamas «ha vinto le elezioni del gennaio 2006 con votazioni riconosciute da tutti gli osservatori internazionali come libere e democratiche, conquistando 76 seggi su 132 contro i 43 di Al Fatah. Ha maturato una posizione più duttile (sic!) - secondo un percorso già conosciuto dall'Olp di Arafat - dalla Carta di fondazione del 1988 ad oggi, su cui una comunità internazionale veramente votata alla difesa della pace potrebbe ben lavorare».
Queste perle
fanno parte del comunicato a favore di Hamas e, naturalmente, contro
il «boia» Israele, con un titolo adamantino: Dopo Hamas, c'è solo
Al Qaeda: è questo che vuole l'Occidente?. Il 7 gennaio 2009 una
bella accolita di «intellettuali», seguendo i bei rituali di una
volta, ha steso questo insieme di bestialità, che non sono poi così
distanti dalle illuminate «analisi» del ministro degli Esteri del
governo Prodi. Proprio il 7 gennaio, su La Repubblica, D'Alema, con
l'usuale raffinatezza politica, non ha semplicemente legittimato
Hamas come movimento politico vero e proprio, ma ha riaffermato
l'esistenza di una non meglio definita pattuglia di «palestinesi che
ora tutti chiamano moderati» (tutti chi?), e che, a quanto pare, non
balbettano neanche una parola dopo i razzi di Hamas, perché, in
realtà, temono ritorsioni violente nei loro territori. L'idea di
fondo è sempre la stessa: esiste un Occidente «buono» e «giusto», «equivicino»,
equidistante, che non prende parte (dunque, non esiste e non difende
i propri interessi, vien fatto di pensare, proprio ciò che dovrebbe
fare la tanto decantata «politica»), ed un Occidente «cattivo», e
figlio della «grande crociata dei neoconservatori», alla faccia del
manicheismo. |