Il fenomeno delle
conversioni dall'Islam
Ogni anno
milioni di musulmani diventano cristiani
Il fenomeno in crescita allarma
le autorità musulmane
Guglielmo Piombini - Domenicale 31/05/2008
Il battesimo di Magdi Cristiano
Allam ha fatto notizia, ma è solo la punta di un iceberg
gigantesco, le cui dimensioni esatte sono in larga misura
ignote. I gravi pericoli cui va incontro chi abbandona la fede
islamica rendono difficile le stime, ma le notizie disponibili
lasciano intuire un fenomeno rilevante, forse persino in grado
di modificare clamorosamente il futuro del mondo. Secondo il
London Times, il 15% circa dei musulmani residenti in Europa
hanno lasciato l’islam. In Gran Bretagna sono attorno alle
200mila unità e in Francia si calcola che ogni anno 15mila
islamici diventino cristiani: più o meno 10mila cattolici e il
resto protestanti.
Il calo in
Africa
Nel 2006 lo sceicco Ahmad
al-Qataani, intervistato da Al-Jazeera, pronunciò parole
allarmate: «L’islam è sempre stato la principale religione
dell’Africa e un tempo c’erano 30 lingue africane che si
scrivevano in caratteri arabi. Il numero dei musulmani africani
è attualmente di 316 milioni, metà dei quali sono nordafricani
di cultura araba. Nella parte dell’Africa non araba il numero
dei musulmani non eccede i 150 milioni. Quando si pensa che
l’intera popolazione africana è di un miliardo di persone, ci si
rende conto che in proporzione il numero dei musulmani è
diminuito notevolmente rispetto all’inizio del secolo scorso.
D’altra parte il numero dei cattolici è aumentato da un milione
nel 1902 a circa 330 milioni (?).
A questi si aggiungono 46 milioni di appartenenti ad altre
confessioni cristiane. Ogni ora 667 musulmani si convertono al
cristianesimo. Ogni giorno 16mila musulmani si convertono al
cristianesimo. Ogni anno 6 milioni di musulmani si convertono al
cristianesimo. Sono numeri enormi».
La crescita
numerica dell’Islam è dovuta all’alta natalità dei paesi
islamici
È probabile che al-Qataani abbia
gonfiato i numeri per accrescere l’allarme tra i propri
correligionari, ma le sue dichiarazioni rivelano un trend
sempre più chiaro: malgrado le minacce di morte e le
persecuzioni che subiscono gli "apostati", nel mondo le
conversioni dall’islam al cristianesimo sono molto più numerose
di quelle in senso contrario. La crescita numerica dell’islam,
che di recente (come ha riconosciuto il Vaticano) ha superato il
cattolicesimo come religione più praticata nel mondo, si deve
infatti quasi esclusivamente all’alta natalità dei Paesi
islamici, i cui tassi di mortalità infantile si sono enormemente
ridotti rispetto al passato grazie alla medicina occidentale.
La crescita del
cristianesimo è dovuta alle conversioni
La crescita del cristianesimo,
invece, si basa soprattutto sulle conversioni degli adulti. Come
ha scritto il leader cristiano evangelicale Wolfgang Simpson,
«negli ultimi due decenni sono arrivati a Cristo più musulmani
che in tutti i secoli precedenti».
Zakaria Botros, sacerdote
copto interessato alla salvezza delle anime
Il personaggio che le autorità
religiose islamiche temono di più è il sacerdote copto Zakaria
Botros, definito dal giornale arabo al-Insan al-Jadid «il nemico
pubblico numero uno dell’islam». I suoi programmi trasmessi via
satellite dagli Stati Uniti, nei quali discute da un punto di
vista cristiano gli aspetti più problematici del Corano (la
guerra santa, l’inferiorità delle donne, la lapidazione e così
via), hanno provocato conversioni clandestine di massa al
cristianesimo. La sua perfetta conoscenza della lingua araba e
delle fonti islamiche gli permette di raggiungere un vasto
pubblico mediorientale, e gli spettatori rimangono colpiti dalla
frequente incapacità degli ulema, che spesso scelgono il
silenzio, di rispondere in maniera convincente alle sue
osservazioni. La ragione ultima di questo successo è che,
diversamente da certe controparti occidentali che criticano
l’islam solo da un punto di vista politico, l’interesse
principale di Botros è la salvezza delle anime.
Contro l’islamismo
radicale è efficace soltanto un convincente messaggio spirituale
Come ha scritto Raymond Ibrahim
sul periodico conservatore statunitense "National Review",
«molti critici occidentali non capiscono che per disinnescare
l’islamismo radicale occorre proporre al suo posto qualcosa di
teocentrico e di spiritualmente soddisfacente, non il
secolarismo, la democrazia, il capitalismo, il materialismo o il
femminismo. Le "verità" di una religione possono essere sfidate
solo dalla Verità di un’altra religione. Padre Zakaria Botros
combatte il fuoco con il fuoco».
La reazione al
fondamentalismo produce conversioni di massa. In Iran si
reagisce con condanne a morte
In tutto il Medio Oriente la
ripulsa per gli aspetti più deteriori legati al fondamentalismo
islamico, come l’autoritarismo politico, l’intolleranza, la
violenza e il terrorismo, hanno avvicinato milioni di uomini e
di donne al cristianesimo. Pare infatti che in Iran un milione
di persone si siano segretamente convertite al.cristianesimo
evangelicale negli ultimi cinque anni. Il pastore Hormoz Shariat
sostiene di averne convertite 50mila con il suo programma in
lingua farsi trasmesso via satellite. Hormoz fa notare che nel
periodo 1830-1979, 150 anni di sforzi di evangelizzazione, i
missionari erano riusciti a costituire una comunità evangelicale
di sole 3mila persone. Oggi invece il parlamento iraniano,
preoccupato per il crescente numero di giovani che abbandonano
l’islam, sta lavorando per varare la pena di morte per gli
apostati.
Cifre di conversioni nel
mondo islamico
Un fenomeno simile si sta
ripetendo nell’Iraq in guerra, dove sempre più persone, stanche
di subire le conseguenze del terrorismo di al Qaida e delle
violenze dell’estremismo religioso, ascoltano con scetticismo
crescente i discorsi dei loro capi religiosi. Secondo il pastore
protestante Paul Ciniraj, 5mila islamici si sono convertiti al
cristianesimo in Iraq, 10mila in India, altrettanti in
Afghanistan, 15mila in Kazakistan, 30mila in Uzbekistan. Roman
Silantyev, segretario esecutivo del Concilio Interreligioso di
Russia, ha affermato che l’anno scorso nel suo Paese circa due
milioni di musulmani “etnici” si sono convertiti al
cristianesimo (100mila solo nel Kirghizistan). Il disgusto per
la violenza islamista è fra le motivazioni principali, dato che
il numero maggiore di conversioni si è avuto nell’area di Beslan,
teatro del celebre quanto atroce attentato contro una scuola
elementare.
Reazioni contro il
proselitismo cristiano
In Algeria la conversione di circa
80mila persone ha spinto le autorità governative a emanare di
recente leggi che puniscono severamente il “proselitismo”
cristiano. In Marocco numerosi articoli di giornale hanno
lamentato la conversione di 25-40mila musulmani, soprattutto tra
le popolazioni berbere. In Sudan ben 5 milioni di persone hanno
accolto Cristo a partire dai primi anni Novanta, malgrado le
terribili persecuzioni messe in atto dal governo. Quali le
ragioni di queste conversioni in massa? Secondo un leader
evangelicale sudanese, «la gente ha visto com’è l’islam, e al
suo posto vuole Gesù». Dopo decenni di guerra islamista,
migliaia di conversioni clandestine al cristianesimo sono
avvenute anche nelle aree rurali del Kashmir, dove un fedele ha
dichiarato: «M’interessa la religione, ma odio la violenza. Odio
i fondamentalisti dell’islam. Vengo in chiesa per cercare la
pace». Il muftì di Perak, in Malesia, valuta in circa 250mila il
numero di chi ha abbandonato l’islam facendo domanda ufficiale
di apostasia allo Stato, un diritto che è concesso solo ai
cittadini malesi appartenenti a minoranze etniche.
Attive soprattutto le
chiese protestanti
Colpisce che ad attivarsi siano
però soprattutto le Chiese protestanti, evangelicali e
pentecostali. Nel 1996 la Società Biblica Egiziana vendette solo
3mila copie di un film su Gesù, ma 600mila nell’anno
2000. Conversioni segretissime sembrano verificarsi addirittura
tra i palestinesi. Un pastore evangelicale ha dichiarato: «Ho
lavorato tra queste persone per 30 anni, e dovete credermi se vi
dico di non aver mai visto nulla di simile». Ma vi è di più:
come riporta il sito
www.backtojerusalem.org/vision, un gran numero di missionari
predicano il Vangelo lungo la strada che dalla Cina giunge a
Gerusalemme; e gli evangelicali della Nigeria vogliono fare
l’analogo, con 50mila missionari pronti a battere tutto il
Nordafrica per giungere ancora, sempre, ovvio, a Gerusalemme. Un
sandwich, con l’Arabia Saudita wahhabita nel mezzo...
L'attività dei cattolici
Più timida è invece l’attività
missionaria di diversi cattolici. Il padre gesuita Samir
Khalil Samir, uno dei massimi esperti cattolici dell’islam,
consigliere del Papa, testimonia, per esperienza personale, che
nei Paesi islamici molto clero cattolico, per paura o per un
malinteso “ecumenismo”, cerca di dissuadere le conversioni.
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