Magdi Cristiano Allam, una conversione contestata

Samir Khalil Samir, sj -
AsiaNews: 27/03/2008
(P. Samir Khalil
Samir, gesuita, esperto di islam e professore a Beirut)
Il battesimo cattolico del noto
giornalista Magdi Allam, egiziano e musulmano non praticante,
suscita critiche e disprezzo nel mondo islamico. Vi è pure imbarazzo
nel mondo cristiano, timoroso di vedere la Chiesa e Benedetto XVI
lanciare una nuova crociata. Invece, come per il discorso di
Regensburg, questo battesimo è un messaggio per difendere la libertà
religiosa, l'evangelizzazione e la convivenza fra religioni.
Beirut (AsiaNews)
- Ogni anno alla notte di Pasqua, nella basilica di san Pietro, il
papa battezza un gruppo di adulti, provenienti da vari continenti.
Nella festa del battesimo di Gesù invece, il papa usa battezzare
alcuni bambini.
Alla veglia pasquale di quest'anno vi erano 7 battezzati. Uno di
loro era un musulmano noto in Italia e all'estero: Magdi Allam,
vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, il quotidiano più
diffuso in Italia.
A. Il battezzato Magdi
1. Magdi Allam e l'evoluzione della società egiziana
Magdi Allam, nato al Cairo (Egitto) nel 1952, proviene da
una famiglia musulmana. Sua madre era una donna religiosa, suo padre
più laicizzato. È stato educato dai salesiani italiani in Egitto,
che tengono la scuola tecnica più seria e più famosa del Cairo.
Giunto in Italia nel '72, egli continua gli studi all'università La
Sapienza di Roma. Dopo la laurea comincia una vita da giornalista,
prima lavorando a Repubblica, poi al Corriere della Sera.
Magdi Allam si è specializzato sempre di più sul fenomeno dell'islam
radicale, soprattutto dopo i fatti dell'11 settembre 2001. La sua
posizione è divenuta sempre più netta contro questo tipo di islam
che dà un'immagine violenta, radicale, intollerante e invadente. La
sua posizione è divenuta poi ancora più dura, mentre la violenza
dell'islam diveniva sempre più cieca e più diffusa, toccando tutto
il mondo islamico, arabo e non arabo.
Va ricordato che questo movimento di islam radicale è nato agli
inizi degli anni '70 proprio in Egitto, sul sottofondo del movimento
dei Fratelli musulmani - fondati al Cairo nel '28 - rafforzandosi
con l'aiuto ideologico e finanziario dell'Arabia Saudita e della
scuola wahhabita. L'Egitto in questi 30 anni è cambiato
radicalmente. E questo Magdi l'ha notato: tutti i programmi radio e
televisivi si islamizzano; il cinema egiziano più famoso nel mondo
arabo è divenuto più puritano e islamico; non si accetta la minima
allusione negativa all'Islam; non si può fare un film sui profeti
dell'Antico testamento; la televisione religiosa occupa tutto il
campo della vita; le moschee si moltiplicano sempre di più; il velo
diviene quasi un obbligo; il niqab - il corrispettivo del burka
afgano, che copre tutto il corpo della donna meno gli occhi - si
diffonde sempre di più.
Nel dicembre 2006 il ministro egiziano della cultura Faruk Hosni si
permette un'allusione alla grande diffusione del velo in Egitto e
dice che "non riconosco più il mio Paese, divenuto simile all'Arabia
saudita": in parlamento i deputati legati ai Fratelli musulmani
esigono le sue dimissioni in base alla costituzione (che è ispirata
alla sharia islamica). Sotto le pressioni, il suo partito al potere
gli chiede di presentare le dimissioni. Faruk è salvato in extremis
dalla Prima Donna, la signora Sawsan Mubarak.
Tutto questo ha reso la posizione di Magdi Allam ancora più radicale
verso questo Islam. Esso ha il suo fondamento nel Corano e negli
atteggiamenti del profeta Muhammad, ma non corrisponde alla visione
della maggioranza dei musulmani. Questi, però, abituati a
sottomettersi a tutti gli ordini che vengono dagli imam, accettano
questa situazione in modo supino.
2. Dalla
violenza degli islamisti attuali alla non violenza del Vangelo
Questo ha forse rinforzato il distacco di Magdi Allam
dall'islam vissuto e l'ha condotto alla conclusione che i germi di
questa violenza sono presenti nel Corano e nella tradizione dei
detti di Maometto.
Qualcuno sospetta che dietro la sua scelta vi siano complotti
politici, ma io preferisco seguire il principio che sant'Ignazio di
Loyola suggerisce negli Esercizi Spirituali, quando dice che bisogna
attribuire a chiunque, perfino a un nemico, l'intenzione migliore,
il cosiddetto "presupponendum".
La Chiesa cattolica, nella persona più rappresentativa, il Papa, con
la sua omelia nella notte di Pasqua, ha sottolineato che ogni uomo
che abbia fatto un cammino spirituale e sia stato aiutato da una
comunità cristiana a verificare i suoi motivi, deve essere accolto
nella Chiesa.
Il giorno dopo il suo battesimo, Magdi Allam ha scritto al suo
giornale una lettera, spiegando i motivi della sua scelta, perché si
è fatto battezzare dal papa, ecc. Qualcuno ha reagito dicendo che il
battesimo era una questione personale che non conviene esporre in
pubblico. Io al suo posto forse non lo avrei fatto, ma non è
scorretto averlo fatto.
Per me, è stonato che nel momento del battesimo, si riprenda la
propria analisi sul fondamentalismo. Quello era il momento in cui
Magdi avrebbe potuto comunicare come il cristianesimo è anche il
compimento dello slancio religioso dell'islam. E anche questo
avrebbe valore: l'islam contemporaneo si dirige a grandi passi verso
un integralismo intransigente sempre più grande; il cristianesimo
contemporaneo si muove invece verso un'apertura sempre più grande.
Così si sarebbe compreso ancora di più la sua scelta.
La conversione poi
non è solo uno staccarsi dal passato (in questo caso dall'islam).
Essa è anche un proiettarsi verso il nuovo ed il futuro. Quest'altra
dimensione, quella della scoperta del cristianesimo e dell'adesione
sempre più forte alla persona di Gesù, è più intima e Allam non ne
parla. Se ne parlasse, forse rischierebbe di essere bersaglio di
critiche da parte di chi dice che la conversione è un fatto
personale e privato. Ma sarebbe bello scoprire i perché più
personali di questa scelta. (N.B. Magdi Alam li ha
scritti nella sua lettera al Corriere, ma è stato censurato)
Il modo in cui lui ha scritto la sua lettera, apre lo spazio a una
visione di conflitto fra cristianesimo e islam, con una lettura di
tipo politico, ideologico, culturale. Ma questa è solo una tappa. Il
cristianesimo è il compimento di tutto ciò che c'è di spirituale e
di buono nel mondo. Ho avuto diverse occasioni di seguire giovani
musulmani egiziani, iraniani e libanesi che volevano convertirsi al
cristianesimo. In molti casi, il cammino comincia proprio col
constatare la violenza dell'islam attuale; poi si scopre che il
cristianesimo significa pace ed amore. Della persona di Gesù
colpisce l'elemento amore, dono di sé anche nella passione e la
croce, superando la visione del Corano, in cui Gesù sfugge al
martirio.
Certo Magdi Allam non era un musulmano praticante, per cui il suo
cammino è più sul versante culturale e politico. Di là a dire però
che non è autentico, c'è un passo, che niente permette di fare!
B.
Il valore assoluto della libertà religiosa
1. Libertà di abbandonare l'islam e convertirsi
Il suo battesimo però afferma la legittimità della conversione.
Credo che per questo egli abbia voluto dare tanto risalto alla sua
conversione: per affermare ciò che è negato dal mondo musulmano.
Allam ha scritto molto sul caso dell'afghano convertito Abdul Rahman,
prendendo posizioni molto nette e affermando il diritto alla
conversione. Magdi vuole sostenere la civiltà dei diritti umani, più
rappresentata dalla civiltà cristiana.
Io conosco a Roma qualche musulmano convertito, che però tiene
nascosta la sua conversione, senza mai negarla. Magdi, essendo
persona pubblica, ha sentito il bisogno il proclamare che era
musulmano e si è fatto cristiano. Tarek Ramadan l'aveva perfino
accusato di essere in realtà un copto che si spacciava per
musulmano.
Per i musulmani, uno che è nato islamico, rimane tale, anche se si
allontana dalla pratica. Per questo la conversione a un'altra
religione è impossibile. Avendo raggiunto la perfezione con la
pratica islamica, la pienezza della rivelazione divina data da Dio
nel cuore di Adamo, ma sviluppata e culminata nel Corano, non si può
tornare indietro. Nel Corano, perfino Adamo è musulmano.
Mi pare di capire così la reazione di una persona che mi è cara, la
quale dice su Repubblica del 23 marzo: "non c'era nessun bisogno,
per dimostrare l'amore per Gesù, di rinnegare l'amore e la fede per
il profeta Mohammed. I musulmani hanno, all'interno della loro
dottrina, il riconoscimento più alto della figura di Cristo e della
Vergine Maria". "Per questo, non capisco il perché della scelta di
rinnegare la tradizione del messaggio islamico: qualsiasi apostasia
è vista con forte perplessità".
E invece io dico: non si può essere cristiano e musulmano nello
stesso tempo, perché ci sono alcuni punti inconciliabili tra di
loro, a livello dogmatico (che Cristo sia l'ultima rivelazione del
Padre o che Muhammad sia "il sigillo dei profeti" che ha portato
l'ultimo messaggio all'umanità); a livello etico (l'obbligo di
perdonare e di amare il nemico; oppure il non obbligo di farlo,
ecc.); a livello storico (Cristo è morto in croce; oppure non è
morto ma è vivo). Che i musulmani abbiano "il riconoscimento più
alto della figura di Cristo e della Vergine Maria" è un conto, ma
che il Cristo del Corano (per quanto bello possa essere) non sia
quello dei Vangeli è un altro conto.
Nello stesso senso Abu Muhammad, commentando il battesimo di Magdi,
scrive da Gaza: "L'islam è una vasta tenda che raggruppa tutte le
religioni e i Libri Celesti. Noi crediamo a tutti i messaggeri di
Dio e a tutti i Libri. Abbiamo visioni larghe e spirito aperto.
Anche l'apostata nell'islam va criticato, finché riconosca il vero
dal falso e scopra ciò che ignora".
Lo stesso rimprovero è espresso dall'UCOII: "Non c'è contrasto
Gesù-Maometto". Invece il contrasto c'è, eccome! Libero ognuno di
preferire l'uno all'altro. Ma non si possono negare i fatti.
Magdi, invece, viene ad affermare, con la sua conversione, che la
perfezione lui l'ha trovata nel cristianesimo.
Queste sono alcune delle reazioni educate di musulmani. Ma se si
passa a un sito musulmano in arabo, come "islamonline", vi sono solo
insulti. Badr lo tratta come un "cane"; Metwalli dice: "dal
comunismo ai crociati al fuoco della geenna"; Chérif lo tratta da
"vile" e si felicita con disprezzo che sia divenuto cattolico; un
altro scrive: "se Dio vuole morirà da miscredente (kâfir) e
così andrà all'inferno"; "hai amato chi ha ucciso i profeti e i
politeisti, va dunque con loro!". Ahmad scrive: "Va all'inferno !";
e Umm Ahmad scrive dalla Francia: "Cerchiamo bene: è sicuramente un
ebreo sionista, o comunque senza origine!". Abu Muhammad da Gaza
invoca Dio di mandargli torture dolorose". La litania è infinita.
2. Libertà
di conversione anche di fronte al mondo laico
La conversione e la religione sono anche malvisti dalla
società occidentale secolarizzata. Basta vedere le polemiche che
hanno suscitato le parole del presidente francese Sarkozy sulle
radici cristiane dell'Europa e sulla necessità di puntare ancora
sulla religione per recuperare i valori laici perduti. I laici
dicono che è l'illuminismo laico che ha portato i valori al mondo,
non la religione.
Il discorso di Benedetto XVI a Regensburg voleva completare le
conquiste illuministe allargando la ragione anche alla dimensione
religiosa. Aggiungeva però: non si tratta di tornare alla situazione
anteriore all'illuminismo; la sua proposta non è un ritorno al
passato ma un passo avanti [1].
Chi, essendo non credente, non permette alla società di essere più
credente, è contrario ai diritti umani. Nel nostro mondo vi è quindi
un totalitarismo di tipo islamico, ma anche, da qualcuno, un
totalitarismo illuminista e ateo.
Se non si rispetta la dimensione religiosa, si scivola verso
un'interpretazione politica o ideologica della religione. Magdi
Allam è stato talvolta criticato dall'intellighenzia laica
occidentale come uno che vuol provocare il conflitto di civiltà, o a
favore di qualche partito politico italiano o straniero.
Personalmente, anche se non condivido alcune posizioni come quelle
di fronte al conflitto israelo-palestinese, non credo che lui cerchi
il conflitto di civiltà. Combatte la violenza quando si copre di
religione, come nel caso di chi usa della violenza in nome
dell'islam, ma si dovrebbe aggiungere anche quelli che lo fanno in
nome dell'ebraismo o del Vangelo.
C.
Benedetto XVI: Dovere di evangelizzare con rispetto, Reciprocità
nella missione
1. Benedetto XVI: il cristianesimo è per tutti
Che Benedetto XVI abbia accettato di persona a celebrare il
battesimo di Magdi Allam è un fatto che sorprende. Va pure detto che
egli lo ha fatto senza ostentazione, dando la stessa importanza a
tutti i 7 battezzati, non dando più importanza al musulmano
convertito. Questa enfasi sull'islamico convertito è piuttosto opera
della stampa, abituata alle letture politiche.
Ma Benedetto XVI ha voluto sottolineare che tutti, musulmani, atei,
indù, buddisti, cristiani che hanno abbandonato la fede, tutti sono
chiamati alla fede. Ha voluto affermare l'universalità dell'appello
cristiano, non perché i cristiani siano il gruppo più folto, ma per
sottolineare che tutti gli esseri umani sono chiamati da Gesù. Tutti
hanno diritto a conoscere Cristo. Nessuno è escluso.
Certo, la presenza di un musulmano fra i catecumeni è un segnale per
il mondo islamico. Esso è il gruppo più recalcitrante ad accettare
questo passo. Il Papa, senza violenza o acredine, sembra dire: Anche
voi siete chiamati a scoprire Cristo e ad entrare nella Chiesa se lo
desiderate.
2.
Esperienza personale
Da parte mia, ho vissuto un'esperienza tragica. Anni fa ero
in Marocco. Viene a trovarmi un professore marocchino 35enne di
lingua araba per parlare del Vangelo e di Cristo. Dopo mezz'ora io
gli dico che sono stupito a vedere la sua conoscenza di temi
cristiani. Lui mi risponde che è da 14 anni che chiede il battesimo.
All'inizio ho pensato che sbagliasse espressioni. Ore dopo mi
incontro con il vescovo e con una piccola comunità di sacerdoti ai
quali racconto l'episodio e dico che quel musulmano chiede da 14
anni il battesimo e i sacerdoti glielo rifiutano. Uno dei sacerdoti
si alza e mi rimbrotta: "È giusti rifiutarglielo. Noi non vogliamo
fare dei martiri" [2]. Dopo aver espresso le sue prudenze, il
sacerdote mi fa una filippica sul fatto che io non ho capito il
concilio Vaticano II, secondo cui tutti possono essere salvati,
anche nella loro religione, ecc.
Io ho risposto che il sacerdote non aveva il diritto di rifiutare il
battesimo. Se il musulmano chiede il battesimo, lo si può avvertire
dei rischi che corre, lo si può mettere in guardia, ma non si può
rifiutarglielo perché la sua chiamata viene dallo Spirito Santo e
lui è libero, è una sua scelta.
Uscendo, il vescovo mi ha ringraziato per le mie precisazioni.
Il giorno dopo vado a Marrakesh e incontrandomi con la piccola
comunità di frati e di suore di là, racconto questo episodio e la
mia conclusione, cioè che non si può rifiutare il battesimo a una
persona che lo chiede, anche se musulmana. Tutti mi accolgono con
applausi, festa, urla! E mi dicono che da anni sono impediti ad
avvicinare i musulmani e i sacerdoti continuano a rifiutare il
battesimo a chiunque di loro lo volesse. La loro "prudenza" si
spiega col timore che per ripicca i musulmani facciano chiudere le
scuole cristiane, mettendo in crisi l'organizzazione della missione.
Un'altra volta, dopo aver celebrato la funzione del Venerdì Santo,
sto per chiudere la porta della chiesa, quando tre giovani musulmani
sui 20-25 anni mi chiedono di entrare per visitarla. La loro
curiosità li spinge a farmi tante domande sull'edificio, sulla croce
coperta e sul cristianesimo. Ad un certo punto arriva il parroco e
caccia via i giovani, dicendomi: "Non abbiamo il diritto di parlare
con loro di fede cristiana". Tutto ciò è un fatto molto grave perché
oltre a mettere in luce la censura dei Paesi musulmani verso la
missione cristiana, mostra che vi è anche un'autocensura a parte dei
cristiani, della quale ha parlato Magdi Allam nella sua lettera.
Penso perciò che il gesto del Papa significa: la missione della
Chiesa è universale, è anche verso i musulmani e deve essere
esplicita.
Altre volte la missione cristiana viene frenata da "opportunismi".
Ad esempio, si consiglia a un non cristiano di non prendere il
battesimo per fungere da ponte con la sua cultura. Anche il card.
Newman, quando era anglicano, ha pensato questo. Ma il punto è che
appena costui sente di dover fare il passo completo ed esplicito
dell'appartenenza alla Chiesa, deve fare il passo che gli suggerisce
la sua interiorità.
3.
Benedetto XVI: Reciprocità e missione
L'ultimo aspetto è quello della reciprocità nel dovere di
evangelizzare. Il Papa e molti documenti vaticani sottolineano che
noi cristiani abbiamo il dovere di annunciare il vangelo a chiunque,
e ognuno è libero di accettare o rifiutare.
Come mantenere l'obbligo personale di annunciare il vangelo e
rispettare la libertà dell'altro? La Chiesa risolve questa apparente
contraddizione mettendo in chiaro che non si può obbligare nessuno a
una conversione. Già dall'8°secolo i pensatori arabi cristiani hanno
scritto trattati per sottolineare che non solo la violenza è vietata
per chiamare qualcuno, ma anche la pressione morale o spirituale è
vietata. E loro sapevano bene quali pressioni fisiche, finanziarie e
morali dovevano subire per mantenere la loro fede!
Occorre garantire la libertà di evangelizzazione (tabshîr),
come la libertà d'islamizzare (da'wa). Per me, il
cristianesimo è la più bella e più perfetta religione, e l'islam,
pur avendo molte cose belle, non è il compimento del progetto divino
sull'uomo, non è l'appello all'umanesimo. Allo stesso tempo ammetto
che il musulmano sia convinto del contrario ed è suo pieno diritto,
anzi dovere! Questo è il vero rispetto reciproco: ognuno segue la
sua coscienza e cerca di illuminare l'altro sempre di più.
Il Papa non nasconde la sua certezza che il musulmano ha bisogno di
un passo ulteriore per giungere alla perfezione della verità. Ma non
per questo attacca l'islam o disprezza il musulmano. E quando un
musulmano mi dice "peccato che non sei musulmano!", capisco che mi
porta molta stima. Ed è lo stesso per me a suo riguardo.
Questo rispetto reciproco è fondamentale per costruire una
convivenza pacifica fra religioni, ma anche con personalità laiche
ed atee: una società in cui ciascuno è convinto della bontà della
sua posizione, ma convinti anche che l'altro ha altrettanto diritto
a vivere questa certezza e a vivere con me.
4.
Conclusione: Il minimo comun denominatore sono i diritti
umani
Perché questo avvenga occorre un minimo comune denominatore: i
diritti umani. Rinunciare ai diritti umani è un errore. Per questo,
senza tregua, il Vaticano continua a chiedere la reciprocità di
culto. Come i musulmani si trovano in società europee in piena
libertà religiosa, così i cristiani vorrebbero potersi esprimere con
libertà nei Paesi islamici.
E come i musulmani possono chiamare i cristiani a diventare
musulmani in Occidente (e lo fanno), così i cristiani devono poter
chiamare i musulmani a diventare cristiani nei Paesi islamici.
Invece, tanti Paesi musulmani hanno rinforzato le pene contro chi
annuncia il Vangelo. L'attualità dell'Algeria ci lo ricorda
quotidianamente!
Il battesimo di Magdi Allam da parte del Papa non è un atto di
aggressione, ma un'esigenza di reciprocità. È una provocazione
tranquilla, ma che serve solo per farci pensare di più e svegliarci.
Ognuno di noi deve vivere come missionario, tentando di offrire
all'altro il meglio di quanto uno ha incontrato e compreso.
Quando scopro un "prodotto" buono, la mia gioia è di passare
l'informazione ai miei amici. Non è atto di propaganda commerciale,
ma di simpatia e di stima. Così, il musulmano m'invita con
semplicità a diventare musulmano e io l'invito con semplicità a
diventare cristiano.
Due anni fa, due studenti iraniani che studiavano l'arabo a Beirut
sono venuti a chiedermi di spiegar loro il cristianesimo, e a mio
turno ho fatto loro delle domande sull'islam. Poi, ad un certo
punto, mi hanno detto: "Professore, il tempo ci manca e dobbiamo
tornare in Iran, per favore accontentiamoci di parlare del
cristianesimo".
Questo gesto di Benedetto XVI è un grande salto per la convivenza
fra i popoli. Al di fuori di questa piena identità testimoniata
nella libertà, vi è solo il disprezzo verso chi non la pensa come me
o il relativismo di chi non ha alcuna certezza - e che spesso si
esprime con grande intolleranza.
[1]
Anche l'islam ha bisogno di un movimento illuminista, che è esistito
nel IX-X secolo, ma è stato sommerso dalla corrente religiosa
tradizionalista.
[2] Il riferimento è al rischio di essere uccisi per "apostasia
dall'islam", come avviene in molti Paesi musulmani. |