«Ma tra
un anno il regime cadrà»
Lo stratega: «La ricchezza è
apparente, il riarmo un bluff. Crisi e corruzione faranno implodere
tutto»
articolo
di Redazione
- Il Giornale lunedì 03 dicembre 2007
nostro inviato a Mosca
Qualche anno fa era un uomo di Putin, poi ha creduto in Kasparov,
oggi Stanislav Belkovsky, direttore dell’Istituto di strategia
internazionale di Mosca, è uno dei pochi politologi davvero
indipendenti e le sue analisi brillano per originalità.
La Russia rimarrà a lungo nelle
mani di Putin?
«Al contrario, stiamo assistendo alla fine di un regime. Putin aveva
una missione: completare il trasferimento di risorse dallo Stato
sovietico a un gruppo di oligarchi. Ci sono voluti 15 anni, ma lo
scopo è stato raggiunto. Il presidente si è dimostrato affidabile,
cooptando anche l’opposizione, che in realtà in questi anni si è
accordata sotto banco con il Cremlino».
Dunque la democrazia russa è una
farsa?
«È un sistema basato sulla corruzione, che secondo me è destinato a
implodere, probabilmente il prossimo autunno».
Eppure la Russia è sempre più
ricca...
«In teoria, la realtà è ben diversa. Putin in questi otto anni ha
rimandato continuamente la soluzione dei problemi del Paese. Il boom
di gas e petrolio gli ha consentito di creare l’impressione di
un’opulenza».
E invece com’è la situazione?
«In Russia l’agricoltura non esiste più; dipendiamo totalmente
dall’estero per le forniture alimentari. L’aumento dei prezzi di
questo settore ha provocato un’inflazione paurosa, che erode il
potere d’acquisto. Negli Usa la gente spende il 15-20% del reddito
per il cibo, da noi il 70%. La gente non ne può più».
Ma avete le risorse naturali...
«Sì, ma né Eltsin né Putin hanno fatto investimenti: gli impianti di
estrazione sono vecchi e non sono stati esplorati nuovi giacimenti.
Nel 2011 la Russia non sarà più in grado di esportare petrolio e
gas. Per non parlare delle infrastrutture: reti elettriche e
gasdotti risalgono a 30 anni fa».
Lei non crede alla modernizzazione
promessa dal Cremlino?
«Io per ora non la vedo. Ci vorrebbero investimenti strategici e un
programma di rinnovamento; ma ciò richiede tempo e saggezza. Ora è
tardi per scongiurare una crisi che sarà pesante. Anche il riarmo è
un bluff».
Quale sarà la prossima mossa di
Putin?
«Non è un leader carismatico come Chavez; gestisce il Paese con i
metodi del Kgb. Tutte le soluzioni di cui si parla non appaiono
credibili: lasciato il Cremlino perderà il controllo del Paese.
D’altronde così funziona la Russia».
Non lo sta sottovalutando?
«Finora è stato bravissimo nel costruirsi l’immagine di leader forte
e questo ai russi piace moltissimo. Infatti il governo non è amato,
lui sì. Ma è l’immagine di zar a renderlo popolare, non la sua
personalità, e questo lui non l’ha capito. Uno zar senza potere
riconosciuto non è mai riuscito a governare la Russia». |