C'è qualcuno che vuole guardare in faccia quel morto?
Fausto Carioti - aconservativemind.blogspot.com 22 marzo 2007
Per
carità, finché non ci troviamo nel momento
della grande prova siamo tutti bravi a
parlare. Però, a freddo, scrivo che mi sarei
vergognato ad esultare per un solo istante,
dopo aver causato - pur senza volerlo - la
morte - una morte così orrenda - di un altro
essere umano. Sayed Agha, l'autista del
giornalista di Repubblica Daniele
Mastrogiacomo, è stato decapitato venerdì
dai macellai islamici gratificati nei giorni
successivi dallo sbrago totale
del governo Prodi e
del quotidiano di largo Fochetti. E'
morto per aver aiutato un giornalista
italiano a fare il suo mestiere. E' un morto
di guerra, è morto per quella libertà
d'informazione con cui tutti ci riempiamo la
bocca, e andrebbe considerato a tutti gli
effetti un morto italiano. Ma il suo è un
cadavere imbarazzante, e tutti fanno a gara
per non vederlo.
Imbarazza perché ricorda a tutti che, ad
essere uomini, non ci sarebbe proprio nulla
da festeggiare. Di sicuro non così, non in
pubblico. Imbarazza perché la moglie,
incinta, appresa la notizia ha perso il
figlio. Un dolore più grande di ogni cosa,
che non può non far sentire in colpa chi in
questi giorni festeggia.
Bravo quindi Massimo Gramellini ad aver
portato il nome di Sayed Agha
in prima pagina sulla Stampa. Anche se
della sua carezza - di cui non verrà mai a
sapere - la moglie di Sayed Agha se ne fa
ben poco. Sarebbe giusto e sensato, invece,
se la sinistra equa e solidale e la buona
stampa liberal (tipo, chessò, l'editore di
Repubblica, Carlo De Benedetti) mettessero
mano al portafoglio. Meglio ancora se il
governo Prodi, dopo aver fatto liberare
cinque tagliagole, amici di quelli che le
hanno sgozzato il marito, offrisse alla
moglie del poveretto e a ciò che resta della
sua famiglia la possibilità di venire in
Italia e ottenere una sorta di vitalizio. O
pretendere che la politica sia attenta a
certi dettagli "umani" è chiedere troppo?
Guardare in faccia quella morte e il dolore
che ha provocato sarebbe anche un gesto di
coraggio politico. Il primo passo per
metabolizzare quello che è accaduto nei
giorni scorsi, il dicibile e l'indicibile, è
farci i conti a testa alta. Invece, come
sempre, finirà che metteranno tutto sotto il
tappeto.