Il
nuovo Arcivescovo di Varsavia ammette di aver
collaborato con i servizi sergreti comunisti
CITTA’ DEL VATICANO, sabato, 6 gennaio 2007 (ZENIT.org).-
Il nuovo Arcivescovo di Varsavia, monsignor Stanislaw
Wielgus, ha ammesso di aver collaborato di nascosto con
i servizi segreti del regime comunista in Polonia.
Il presule ha fatto questa confessione, raccolta da
“Radio Vaticana”, dopo la pubblicazione avvenuta questo
venerdì di una dichiarazione della Commissione storica
ecclesiastica della Polonia, presieduta dal professore
Wojciech Łaczkowski, nella quale si conferma che
l’Arcivescovo ha collaborato con la Sluzba
Bezpieczenstwà.
La Commissione ha chiarito che, in base ai documenti
dell’Istituto della Memoria Nazionale, “non si può
affermare che tale collaborazione abbia provocato
conseguenze a persone o istituzioni”. Questo tipo di
collaborazione era proibita dall’episcopato cattolico.
Monsignor Wielgus ha preso possesso canonico della
arcidiocesi venerdì, e domenica dovrebbe entrare
ufficialmente nella Cattedrale di san Giovanni Battista
di Varsavia.
In una nota pubblicata dal programma polacco della
“Radio Vaticana”, l’Arcivescovo Wielgus ha affermato:
“Guidato dal desiderio di fare degli studi importanti
per la mia specializzazione scientifica, mi sono fatto
coinvolgere in tali contatti senza la necessaria
prudenza, il coraggio e la decisione di romperli.
Confesso questo sbaglio”.
“Non so se i documenti presentatimi dalla Commissione
Storica sono gli unici o se ne appariranno altri ma oggi
affermo con piena convinzione che non ho fatto delazione
su nessuno e che ho cercato di non far del male a
nessuno”, ha aggiunto.
“Ho fatto del male di nuovo quando negli ultimi giorni,
di fronte alla febbrile campagna mediale, ho negato i
fatti di questa collaborazione. Questo ha messo a
rischio la credibilità delle affermazioni delle persone
della Chiesa, fra le quali anche quei Vescovi che sono
solidali con me”, ha detto.
Monsignor Stanislaw Wielgus, nominato dal Papa
Arcivescovo della capitale polacca il 7 dicembre scorso,
aveva infatti rifiutato con decisione le accuse lanciate
dal settimanale “Gazeta Polska”, affermando che si
trattava di un “attacco pianificato”, programmato forse
“in previsione dell’assunzione del nuovo incarico”.
“So che per molti di voi questo scostarsi dalla verità,
è un fatto non meno doloroso di quel coinvolgimento di
tanti anni fa”, ha quindi ammesso.
Monsignor Wielgus ha infine concluso la sua
dichiarazione chiedendo con cuore pentito di poter
essere accolto nella diocesi come un “fratello che
desidera unire e non dividere, pregare e unire la gente
della Chiesa, nella Chiesa dei santi e dei peccatori,
quali siamo tutti”.
Infine il presule ha affermato di sottomettersi con
umiltà a qualsiasi decisione venga presa dal Santo
Padre.
La Santa Sede e i Vescovi della Polonia si erano già
schierati in difesa del nuovo Arcivescovo di Varsavia
attraverso dei comunicati pubblicati il 21 dicembre
2006.
Un comunicato della Sala Stampa del Vaticano pubblicato
allora spiegava che “la Santa Sede, nel decidere la
nomina del nuovo Arcivescovo Metropolita di Varsavia, ha
preso in considerazione tutte le circostanze della sua
vita, tra cui anche quelle riguardanti il suo passato”.