Le
Chiese di Gerusalemme si oppongono al sionismo cristiano
Dichiarazione congiunta del Patriarca Sabbah e di altri leader
cristiani
GERUSALEMME, venerdì,
1° settembre 2006 (ZENIT.org).-
Il Patriarca latino di Gerusalemme Michel Sabbah, insieme ai leader
di altre Chiese cristiane locali hanno firmato, lo scorso 22 agosto,
una dichiarazione sul moderno sionismo cristiano, una corrente che
si è andata affermando fra le confessioni cristiane degli Stati
Uniti.
“Rifiutiamo
categoricamente le dottrine del sionismo cristiano come falso un
insegnamento che corrompe oggi il messaggio biblico di amore e
giustizia”, affermano
Gli altri leader che hanno firmato la dichiarazione sono:
l’Arcivescovo Swerios Malki Mourad, del Patriarcato Siro-Ortodosso
di Gerusalemme; il Vescovo Riah Abu El-Assal, della Chiesa
Episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente; e il Vescovo Munib
Younan, della Chiesa Evangelica Luterana in Giordania e Terra Santa.
La dichiarazione si apre con una citazione dal Vangelo: “Beati gli
operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Matteo
5,9).
Secondo i leader
cristiani che hanno firmato la dichiarazione, “il sionismo cristiano
è un moderno movimento teologico e politico che adotta le più
estreme posizioni ideologiche del sionismo, a scapito della giusta
pace fra palestinesi e Israele”.
Allo stesso modo, indicano che “il programma sionista ha una visione
del mondo per cui il Vangelo è identificato con l’ideologia
dell’impero, il colonialismo e il militarismo. Nella sua forma
estrema, pone enfasi negli avvenimenti apocalittici che conducono
alla fine della storia più che a vivere l’amore di Cristo e la
giustizia oggi”.
I leader cristiani affermano, inoltre, di rifiutare “l’alleanza
contemporanea tra leader sionisti cristiani e organizzazioni con
elementi nei governi di Israele e Stati Uniti, che attualmente
stanno imponendo le loro frontiere preventive e la loro dominazione
sulla Palestina”.
“Questo inevitabilmente – aggiungono – è legato a cicli di violenza
che minano la sicurezza di tutti i popoli del Medio Oriente e la
pace del mondo”.
Allo stesso modo, i firmatari della dichiarazione rifiutano “gli
insegnamenti del sionismo cristiano che facilita e sostiene queste
politiche in quanto favoriscono l’esclusivismo razziale e la guerra
perpetua invece del Vangelo dell’amore universale, della redenzione
e della riconciliazione insegnato da Gesù Cristo”. E lanciano un
appello a tutti “a liberarsi delle ideologie del militarismo e
dell’occupazione”.
Inoltre, rivolgono un appello ai cristiani delle Chiese di ciascun
continente “a pregare per le popolazioni palestinese e israeliano,
che soffrono come vittime di occupazione e militarismo”, e “a tutte
le Chiese che rimangono in silenzio, a rompere il loro silenzio e a
parlare in favore della riconciliazione attraverso la giustizia in
Terra Santa”.
I leader delle Chiese cristiane si impegnano poi a seguire una serie
di principi come via alternativa:
-- “Affermiamo che tutti sono stati creati a immagine di Dio. In
cambio sono stati chiamati a onorare la dignità di ciascun essere
umano e a rispettare i suoi diritti inalienabili”.
-- “Affermiamo che israeliani e palestinesi sono capaci di vivere
insieme in pace, giustizia e sicurezza”.
-- “Affermiamo che i palestinesi sono un popolo allo stesso tempo
musulmano e cristiano. Rifiutiamo tutti gli intenti di sovvertire e
frammentare la sua unità”.
-- “Facciamo appello a tutti a rifiutare la limitata visione del
mondo del sionismo cristiano e di altre ideologie che privilegiano
un popolo a spese di altri”.
-- “Siamo impegnati ad una resistenza non violenta come il mezzo più
efficace per porre fine alla occupazione illegale e giungere ad una
pace giusta e duratura”.
-- “Con urgenza avvertiamo che il sionismo cristiano e i suoi
alleati stanno giustificando la colonizzazione e l'apartheid' e
l’imperialismo”.
---“Dio chiede che si realizzi la giustizia. Nessuna pace duratura,
sicurezza o riconciliazione è possibile senza il fondamento della
giustizia”.
-- “La lotta per la giustizia deve proseguire con diligenza e
persistenza però senza violenza”.
I leader cristiani concludono la loro dichiarazione affermando:
“Solo la giustizia garantisce una pace che conduca alla
riconciliazione con una vita di sicurezza e prosperità per tutti i
popoli della nostra Terra. Rimanendo al fianco della giustizia, ci
apriamo al lavoro per la pace e a lavorare per la pace che ci rende
figli di Dio”.
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