George W.
BUSH
Discorso a Riga, in Lettonia, 7.5.2005
Verso una revisione della storia europea
del secolo XX?
Nel celebrare, sei giorni fa, la vittoria di sessant'anni or sono,
ci siamo accorti di essere in presenza di un paradosso. Per gran
parte della Germania la sconfitta comportò la libertà. Per gran
parte dell'Europa orientale e centrale la vittoria impose il ferreo
dominio di un altro impero. Il Giorno della Vittoria in Europa segnò
la fine del fascismo, ma non mise fine all'oppressione. Gli accordi
di Yalta fecero seguito all'ingiusta tradizione di Monaco e del
Patto Molotov-Ribbentrop.
Ancora una volta, nelle trattative fra governi potenti, la libertà
delle piccole nazioni diveniva in qualche modo oggetto di scambio.
Tuttavia questo tentativo di sacrificare la libertà per amor di
stabilità lasciò il continente diviso e instabile. La prigionia di
milioni di persone nell'Europa centrale e orientale sarà ricordata
come uno dei massimi errori della storia.
La fine della seconda guerra mondiale sollevò inevitabilmente
interrogativi per il mio paese. Avevamo combattuto e ci eravamo
sacrificati solo per realizzare la divisione perpetua dell'Europa in
due campi armati? Oppure la causa della libertà e dei diritti delle
nazioni esigevano di più da noi? Infine l'America e i suoi forti
alleati presero la decisione di non accontentarsi di aver liberato
solo mezza Europa e di non dimenticarsi dei loro amici rimasti
dietro la Cortina di Ferro. Abbiamo difeso la libertà della Grecia e
della Turchia e abbiamo trasportato per via aerea rifornimenti a
Berlino assediata, abbiamo diffuso il messaggio della libertà
attraverso la radio. Abbiamo alzato la voce per i dissidenti e
sfidato un impero ad abbattere un odioso muro. Alla fine il
comunismo iniziò a crollare sotto la pressione esterna e sotto il
peso delle sue contraddizioni. E intravedemmo allora l'ideale di
un'Europa intera, libera e in pace, in modo che i dittatori non
potessero più riprendere ad alimentare antiche rivendicazioni e il
conflitto non potesse più protrarsi all'infinito. |